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Non penso sia il caso di stupirci molto se lo sviluppo della Portualità della Regione F.V.G. sia purtroppo attualmente ferma al palo, in quanto il suo possibile rilancio è fortemente condizionato dalla mancanza di una seria azione che sia in grado di affrontare ed eliminare quelli che si possono considerare "gli ostacoli fisici/normativi" che di fatto non ci consentono di poter ottimizzare lo sfruttamento delle potenzialità della Ferrovia Pontebbana e dell’Interscalo Ferroviario di Cervignano, problematiche che stanno purtroppo tarpando le ali alla razionale fruibilità del Corridoio Baltico/Adriatico. Questa deprecabile situazione impedisce che i nostri Scali siano messi nella condizione di poter assecondare le notevoli e crescenti esigenze dei flussi merceologici per affrontare serenamente le grandi e difficili sfide della Portualità del terzo millennio.
Purtroppo mentre noi siamo perennemente in balia dei se, dei ma, del dove, del come potenziare i nostri collegamenti ferroviari, gli Amministratori della vicina Repubblica Austriaca badando al sodo e stanchi delle interminabili ed inconcludenti discussioni in merito al futuro delle Reti T.E.N. con ammirevole ed invidiabile impegno hanno intrapreso un percorso volto ad eliminare i vari colli di bottiglia presenti sul proprio territorio, che ostacolano la razionale fruibilità del Corridoio Baltico/Adriatico e di conseguenza anche lo sviluppo delle loro economie.
Apprezzabile impegno che penso si è potuto materializzare sfruttando a dovere sia i consistenti aiuti Comunitari che la messa in campo delle più moderne tecnologie che contemplano l’utilizzo di gigantesche macchine perforatrici lunghe 180 ml e del peso di duemila tonnellate, ed ora oltre al recente avvio dei lavori della nuova galleria del Semmering si apprestano all’escavazione della montagna del Koralm al confine tra Carinzia e Stiria, per realizzare il tunnel ferroviario che dovrà accorciare il tragitto tra Klagenfurt e Graz di un’ora e diventare quindi un elemento determinante del futuro tracciato del Corridoio Baltico/Adriatico.
Tanta invidiabile sensibilità ed impegno per affrontare e tentare di risolvere le problematiche che di fatto impediscono lo sviluppo delle economie " non sono purtroppo di casa dalle nostre parti " poiché sembra che per carenza di progettualità non siamo stati nemmeno in grado di sfruttare i cospicui finanziamenti che la Comunità Europea mette a disposizione per questa tipologia d’infrastrutture.
Dobbiamo essere ben coscienti che per materializzare quella che è sempre stata una nostra giustificata ambizione “spostare sensibilmente un po’ più a sud verso il mare Adriatico il baricentro del sistema trasportistico comunitario” le nuove infrastrutture portuali che si andrebbero a pianificare in aggiunta alle adeguate dimensioni/potenzialità dovrebbero poter contare soprattutto sulle notevoli capacità di movimentazione/smaltimento delle merci in transito, poiché se pensiamo di poter intercettare una significativa quota delle merci containerizzate "relative all’interscambio Euro/Asiatico in transito nel Mediterraneo" i contenitori che annualmente risalirebbero questo nostro mare per approdare ai nostri Scali non sarebbero soltanto qualche milione ma auspicabilmente potrebbero arrivare a una decina di milioni.