Pontone Ursus - Trieste e le sue scelte mancate, Porto, Infrastrutture, Turismo.

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La Gru galleggiante era stata costruita/varata nello Stabilimento Navale Triestino nel 1914, per assecondare le crescenti esigenze del Cantiere tra le quali il posizionamento dei motori ed i cannoni sulle navi da guerra della flotta Asburgica, ma lo scoppio del primo conflitto mondiale interruppe il suo allestimento, poi negl'anni 30 per supportare le varie esigenze del Cantiere l'allestimento venne ripreso e completato. La Gru è alta 70 m ed in base al progetto originale avrebbe potuto sollevare un carico di 300 ton., l'Ursus nel tempo ha subito una serie di altre revisioni e modifiche sia strutturali che funzionali, ma con l'inserimento di una piattaforma girevole per consentirli di poter agevolmente operare a 360° la sua portata venne ridotta a 150 ton.. Nel corso degl'anni fu impiegato principalmente sia per le operazioni Portuali che per la costruzione di tutte le navi che uscirono dai Cantieri dell'Alto Adriatico, ma fu anche impegnato in varie missioni al di fuori dell'Adriatico.



Se per giustificate e comprensibili ragioni il futuro del PONTONE URSUS non potrà più essere ad uso industriale, forse considerata la sua particolare conformazione si potrebbe pensare ad un suo fruttuoso e razionale sfruttamento alternativo. Tra le ipotesi percorribili forse quella che contempla un suo utilizzo  "per incrementare l’offerta turistica e museale della nostra Città " potrebbe risultare certamente la più condivisibile, poiché ribadisco che dobbiamo tenere in debita considerazione che si tratta di un rarissimo e forse nel suo genere quasi unico ed ancora in vita esempio di archeologia industriale, essendo stato varato nel lontano 29 gennaio 1914, impiegato nel secolo scorso sia dalla Cantieristica che dalla Portualità dell'Alto Adriatico, ma fu anche impegnato in varie missioni al di fuori dell'Adriatico.







Penso che dovremo essere tutti ben coscienti che l’auspicabile eventuale seconda vita del Pontone URSUS non sarà certamente gloriosa come la precedente, ma forse con il tenace comune impegno potrà essere comunque nuovamente utile per l’immagine e le economie di questa nostra bella Città e probabilmente sarà anche molto più lunga della prima. Se siamo convinti che la seconda vita del Pontone URSUS potrebbe essere particolarmente lunga, e se l’uso che se ne farà sarà prevalente statico forse sarebbe anche il caso di valutare attentamente, se sia realmente giustificato e razionale mantenerlo ancora allo stato di natante, considerati gli oneri ed i rischi che ne potrebbero derivare:



Oneri Relativi all’indispensabile ed alquanto costoso ricondizionamento e revisione dei motori e degl'organi meccanici e la manutenzione dello scafo con periodici trasferimenti per eseguire i carenaggi e certamente non ultimo i costi per il mantenimento di un equipaggio.



Rischi  Che lo scafo nonostante il ricondizionamento possa comunque subire nel tempo un grave ed irreversibile deterioramento, rischiando anche d’affondare.


Quindi considerate le citate problematiche forse in tema di razionalità e di costi/ricavi, sarebbe opportuno verificare la fattibilità di alcune soluzioni alternative, una delle quali potrebbe essere quella d'individuare sulla terraferma un sito idoneo sul nostro bellissimo lungomare realizzando un finto bacino o qualcosa di simile, in cui poterlo definitivamente e stabilmente collocare "siti che potrebbero essere al Porto Vecchio il Molo Zero o il Molo III o IV oppure il Promontorio della Lanterna di Campo Marzio".





Porto Vecchio Bacino del Molo 0
Sistemazione del Pontone sulla terraferma,
ed ipotizzabili fasi per predisporre opportunamente il Sito.

 






Porto Vecchio Testata del Molo III
Sistemazione del Pontone sulla terraferma,
ed ipotizzabili fasi per predisporre opportunamente il Sito.

 






Porto Vecchio Molo IV
Sistemazione del Pontone sulla terraferma,
ed ipotizzabili fasi per predisporre opportunamente il Sito.


 






Campo Marzio

Ipotizzabili fasi per la sistemazione del Pontone sulla terraferma, questa ipotesi sarebbe percorribile soltanto se venisse modificato anche l'attuale assetto urbano dell'area, per poter rendere sia più visibile ed apprezzabile anche la monumentale Lanterna, che per consentire che questo bel promontorio possa essere finalmente fruibile ai Triestini ed ai Turisti.


 




In merito a quelle che potrebbero essere le comprensibili perplessità relative al notevole impegno finanziario necessario per poter trasferire il Pontone sulla terraferma, penso che comunque bisognerà trovare una soluzione razionale per non disperdere il patrimonio d’archeologia industriale rappresentato dal Pontone URSUS e le ipotesi prospettate vogliono soltanto evidenziare ulteriormente quello che credo sia un diffuso comune pensiero fondato sulla speranza che questo ormai centenario nostro pezzo di storia non venga soltanto preservato, ma che con l'adozione di alcune opportune soluzioni questo Pontone possa essere ulteriormente sfruttato per incrementare la valenza Turistica di questa nostra bellissima Città.





Una delle soluzioni percorribili potrebbe essere anche quella
"suggerita da vari soggetti"
che contemplava la realizzare di una specie di funicolare
dotata di telecabina panoramica per regalare ai Turisti la suggestiva e splendida vista
del nostro magnifico Golfo.







Nb. In alternativa alla realizzazione del menzionato "mini bacino" penso che con l'ausilio di una moderna tipologia di navi semi affondabili "adibite anche al trasporto delle gru Portainer" si potrebbe sia spostare che poi facilitare la sistemazione definitiva dell'URSUS sui piazzali adiacenti alla banchina.





 
 
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