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Porto Vecchio
in bilico
tra vivere o morire.
Il problema “Porto Vecchio di Trieste” è purtroppo un'altro esempio eclatante delle nostre occasioni perdute, in quanto pur essendo da oltre un trentennio sorte comune a tutti i Porti Storici, un'opera immane realizzata alla fine del 1800 per soddisfare quelle che erano le notevoli esigenze dell'Impero Asburgico, che però dopo un secolo di fruttuoso lavoro non ha più le caratteristiche per poter assecondare le mutate esigenze dei Traffici merceologici, occasioni perdute in quanto pur essendo da oltre un trentennio non più compatibile con le attuali attività Emporiali, sia per gli irremovibili vincoli sugli immobili che per la mancanza di collegamenti gomma/rotaia adeguati che siano realmente in grado di supportare le notevoli esigenze dei flussi merceologici relativi alla Portualità del Terzo Millennio, ma la Città i nostri Politici e gli Amministratori non hanno saputo cogliere e sfruttare a dovere alcune delle opportunità che avrebbero consentito una sua razionale riconversione utilizzativa.
In merito alle occasioni perdute quelle relativa al progetto Polis degl'anni ottanta che vedeva impegnate la Fiat e le Generali è stata certamente la più eclatante, le Assicurazioni Generali di Trieste volevano ampliare la Sede operazione che avrebbe contemplato notevoli investimenti e circa 4.000 posti di lavoro il progetto poi purtroppo per noi si è materializzato a Moliano Veneto, è poi anche sfumata sia la coraggiosa e molto apprezzata iniziativa di Trieste Futura proposta da Federico Pacorini degl'anni novanta, che la mancata assegnazione della candidature per Expò 2008, in tempi più recenti anche l'impegnativo progetto di Portocittà della Maltauro -
Ma la Città purtroppo non ha saputo alzare la voce nei confronti dei suoi Politici ed Amministratori, ed è rimasta apatica ed immobile di fronte all'inspiegabile paradosso di avere un bellissimo complesso monumentale "patrimonio dell’archeologia industriale del passato" affacciato sul suo splendido Golfo, ma che incomprensibilmente rimane ancora irraggiungibile ed avvolto in una grigia patina museale.
Comprensorio Museale sembra unico al Mondo sia per la sua estensione circa 650.000 m quadrati e bellezza che per il suo stato di conservazione, dei suoi edifici ed attrezzature di vario tipo tra cui spiccano "l gioiello della Centrale Idrodinamica ed Elettrica" veri cuori pulsanti che per oltre un secolo hanno fatto funzionare le gru ed i montacarichi delle banchine e dei magazzini del Vecchio Scalo.
In merito al citato possibile riuso in chiave Cittadina del porto Vecchio "sembra che finalmente ora con l'annunciato spostamento dei Punti Franchi si possa mettere finalmente la parola fine a vincoli/prescrizioni/ricorsi" poiché soltanto in questo modo si potranno risolvere i problemi del Porto Vecchio nel rispetto e la tutela dell'aspetto esteriore degl'immobili presenti nel variegato Complesso Emporiale "poiché finalmente liberato da vincoli sia Demaniali che di Punto Franco".Punti Franchi che potrebbero essere opportunamente trasferiti in altri siti posti a Est del nostro frontemare e magari all’occorrenza anche ampliati, andando a recuperare ampi spazi al mare oppure modificando la destinazione d’uso a fini Portali di alcuni siti industriali dismessi o in via di dismissione.
Nuove Aree di Punto Franco che ribadisco potrebbero anche essere create recuperando ampi spazi al mare sia al Porto Nuovo che in Zona Industriale, ma questo status pur in presenza di regole chiare e certezza del diritto dovrebbe all'occorrenza essere anche fluttuante per non opprimere od ostacolare ma soltanto favorire sia l'operatività dello Scalo che l'insediamento di nuova Imprenditoria.
Le aree che si andrebbero a recuperate a Est sarebbero certamente molto più idonee sia per dimensioni che per le caratteristiche dei collegamenti gomma/rotaia esistenti, tutti elementi in grado di consentire al nostro Scalo d'incrementare le sue potenzialità e metterlo realmente nella condizione di poter assecondare le notevoli esigenze attuali e future dei mercati e dei vettori che l'Armamento sta mettendo in linea sulle rotte internazionali.
Soltanto una volta liberata "da lacci e laccioli" quest’area potrebbe essere realmente fruibile e diventare quindi a tutti gli effetti una parte integrale della Città, in cui sia consentito l'insediamento di tutte le attività normalmente previste nel resto dell'area urbana Triestina, siano esse -
Chiaramente le Amministrazioni competenti devono al più presto pianificare e realizzare l'infrastrutturazione urbana del Porto Vecchio, interventi che dovrebbero interessare sia viabilità e reti fognarie e acqua/luce/gas che la deviazione del corso finale "del Torrente Grande" (conosciuto per torrente Chiave) che sfociando tra il Molo III e IV rende attualmente quest'ampia vasca per le frequenti esalazioni odorose poco appetibile per futuri insediamenti civili o marine.
Un tema delicato ma che gli Amministratori dovranno inevitabilmente affrontare penso sia anche la necessità di pianificare un nuovo futuro assetto urbano "del Largo Città di Santos" che di fatto diventerà l'entrata principale al nuovo Borgo Cittadino del Porto Vecchio, ed a tal proposito credo sia condivisibile l'esigenza di dover eliminare l'immobile che attualmente accoglie "il Pala Tripcovich" sia per eliminare l'attuale degrado che per far spazio alla nuova viabilità e poter anche realizzare un armonico grande giardino e quindi creare un nuovo e suggestivo ingresso in Città.
Nb. Credo sia sperabile che per il futuro del Porto Vecchio, invece che procedere con un progetto unitario e di alto livello urbanistico, "non si scelga la soluzione dello spezzatino" andando ad assegnare una miriade di autorizzazioni non sorrette da un disegno d’assieme, soluzione questa che purtroppo sarebbe potenzialmente in grado di generare soltanto un degrado incontrollabile e spalmato a macchia di leopardo su tutta l'area che potrebbe durare parecchi decenni e che quindi farà si che questo bellissimo gioiello dell'archeologia infrastrutturale marinara del passato non potrà mai contribuire al rilancio della economie della nostra Città.
Dobbiamo essere ben coscienti che l’attuale Stazione Marittima, datata anni venti/trenta ed inserita com’è in un area limitata e già di per se particolarmente congestionata, non mi sembra sia più in grado di assicurare un razionale espletamento delle operazioni di sbarco imbarco “le perplessità investono principalmente la logistica” in quanto considerata l’esiguità degli spazi a disposizione “peraltro purtroppo non facilmente espandibili” difficilmente si potranno acrescere la qualità e la quantità dei servizi a disposizione delle migliaia di turisti che queste navi solitamente trasportano e neppure parcheggiare convenientemente i Pullman o i Tir per le forniture di bordo o sistemare temporaneamente (per la durata della vacanza) le autovetture dei Croceristi, senza andare a compromettere in modo significativo sia i decoro del nostro bellissimo e molto apprezzato lungomare che la normale fruizione delle nostre splendide Rive, situazione questa che con i prolungati divieti di sosta e circolazione imposti per poter gestire le varie operazioni rischierebbe di danneggiare notevolmente sia il turismo tradizionale che condizionare il tanto atteso ed auspicabile rilancio delle particolarmente redditizie attività Congressuali.
Porto Vecchio
Terminal Passeggeri al Porto Vecchio.
In merito alle possibili forme di riuso credo che per stemperare le tensioni sul contestato tema “rimanere ancora Emporio Portuale o diventare una parte della Città” una delle possibili opzioni poteva essere anche quella di realizzare "anche in due fasi di cantierizzazione" un moderno Terminal Passeggeri in Porto Vecchio nei Bacini compresi tra il Molo II° e IV° sfruttando i quali si potrebbero ricavare due ormeggi uno di 360 ml / 420 ml ed uno di 300 ml / 350 ml supportati da un retrostante piazzale di circa 100.000 mq "chiaramente si dovranno sia rettificare i fondali che contemplare pure una significativa modifica dell'attuale diga "accorciandola o rimodellandola" per adeguare il tutto alle mutate e notevoli dimensioni ed esigenze dei moderni Vettori Marittimi".
Nb. Per rendere l'Area veramente fruibile tra le altre cose sarà indispensabile risolvere anche le non certamente semplici problematiche legate all'inevitabile deviazione dell'attuale scarico a mare delle acque inquinate e maleodoranti del torrente Chiave che attualmente sfociano nel tratto di banchina compreso tra il Molo III° e IV°, che potrebbero essere intubate per portarle in mare aperto oltre la Diga Foranea.
Questa soluzione ci consentirebbe di sfruttare a dovere una nostra straordinaria opportunità poter riunire in un unico ambito logistico funzionale le varie tipologie di trasporto legate alla mobilità delle persone "Stazione Ferroviaria -
Penso anche che il Porto Vecchio e precisamente le banchine ed alcuni piazzali dell'Adria Terminal, potrebbero supportare almeno per un periodo transitorio anche "il Comparto dei Traffici dei Traghetti Passeggeri" in attesa che sia individuata e realizzata sul nostro litorale un'infrastruttura adeguata alle particolari necessità del settore, oppure che il Terminal di Riva Traiana risulti disponibile e fruibile per il citato Comparto se i Traghetti Turchi verranno realmente spostati nel nuovo Terminal Ro/Ro previsto dal Piano Regolatore Portuale in Area Ex Aquila.
PORTO VECCHIO
BRETELLA VIARIA INTERPORTUALE.
Per poter ipotizzare una razionale riqualificazione utilizzativa dei 650.000 mq del Porto Vecchio, bisogna penso anche pianificare la realizzazione di una nuova bretella viaria interportuale che con il supporto di alcuni svincoli sia in grado di assicurare un'adeguata mobilità all'interno del Comprensorio Portuale.
La proposta contempla che il segmento viario interportuale si caratterizzi per la sua particolare conformazione, essendo in parte realizzato in due tronconi sovrapposti, per poter essere inserito nella strettoia esistente tra la cinta dello Scalo Ferroviario ed i Magazzini -
Non penso si possa realmente ipotizzare una razionale riconversione/riqualificazione utilizzativa in chiave CIttadina del Porto Vecchio o il rilancio della attività Turistiche e Commerciali del Borgo Teresiano, senza pianificare anche la realizzazione di un nuovo collegamento viario che unisca direttamente i sei ettari del Porto Vecchio e l’area del Centro Storico Triestino alla Grande Viabilità Triestina, poiché bisogna rendersi conto che specialmente nel periodo estivo il viale Miramare non sia in grado di supportare flussi veicolari particolarmente significativi.
Credo che per arricchire l’offerta turistica si debba anche pensare ad un tracciato che non si sviluppi tutto in galleria, per non negare a quanti arrivano in Città ed ai Triestini la suggestiva vista del nostro magnifico Golfo, ma anzi sia in grado di almeno riproporre se non addirittura acrescere quelle particolari sensazioni che la Strada Costiera e stata ed è tuttora in grado di trasmetterci.
Questa ipotesi alternativa prende lo spunto da un progetto esistente che contemplava un tracciato più corto con una pendenza maggiore e tutto in galleria, e prevede che partendo dall'Area Bovedo e cercando di non interferire eccessivamente con l’urbanizzazione esistente il doppio Troncone Viario attraversi o tramite un sottopasso oppure con un viadotto sopraelevato il Viale Miramare, per superare poi la linea ferroviaria inserendosi a quota 35 in galleria e passare sotto il Faro della Vittoria ed oltrepassare quindi Monte Radio per uscire poi verso Est a quota 90 e scavalcare con un viadotto il canalone di Scala Santa, per proseguire poi in leggera salita lambendo l’abitato di Sottomonte ed inserendosi poi nuovamente in galleria a quota 130, per rispuntare a Ovest sopra Strada del Friuli a quota 165, per poi risalire lungo il Costone Carsico fino a quota 225 e rientrare quindi nuovamente in galleria per passare sotto Monte Grisa, ed uscire quindi a quota 250 in prossimità di Prosecco al km 17 della S.S. 202 per immettersi ad Est ed a Ovest nella grande Viabilità Internazionale.
Nb. La lunghezza approssimativa tra il citato km 17 sull'Alto Piano Carsico ed il Porto Vecchio "sarebbe di circa 9,5 km" con una pendenza inferiore al 3 % e quindi consentirebbe di poter ridurre drasticamente l'attuale percorso normalmente utilizzato per raggiungere il centro Cittadino sfruttando la Circonvallazione Est esistente "che ammonta invece a ben 35 km" questa consistente riduzione darebbe chiaramente i suoi frutti "maggior velocizzazione e minori consumi/inquinamento" per il traffico veicolare.
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Un bellissimo esempio che ci dovrebbe far meditare.
Propongo un esempio di come "in modo certamente ammirevole ed invidiabile" in un Paese a noi vicino e non solo in termini geografici e precisamente nel distretto Viennese del Simmering, caratterizzato da vecchie fabbriche e stabilimenti hanno saputo recuperare a partire dalla fine degl'anni novanta, un sito di archeologia industriale relativo a quattro vecchi ed ormai inutilizzabili gasometri alti 75 m e risalenti ai primi anni del 1.900, che sono stati trasformati da quattro equipe di celebri architetti in un quartiere praticamente nuovo, che per le sue particolari caratteristiche è diventato un apprezzabile e significativo volano in grado di generare cospicui ritorni economici ed offrire un rilevante numero di nuove opportunità occupazionali.
All'interno del nuovo complesso multifunzionale denominato "Gasometer-
Penso che forse questo sia un chiaro e lungimirante esempio di come nel mondo vengono affrontate e gestite le riconversioni delle aree industriali dismesse ed ormai in disuso "esempio di pianificazione globale" che credo dovremmo tenere in debita considerazione e possibilmente anche copiare/sfruttare, per far rivivere e rendere nuovamente fruibili e fruttuosi alcuni nostri degradati siti d'archeologia industriale tra i quali va certamente menzionato anche il pregevole ma attualmente purtroppo semiabbandonato monumentale comprensorio del Porto Vecchio Triestino.