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Queste riflessioni prendono lo spunto dalla mia sensazione,
che soltanto avendo il coraggio di analizzare
quelle che negl'ultimi decenni si possono considerare
" le nostre gravi scelte mancate "
saremo realmente in grado di programmare
un futuro migliore per i nostri figli.
Non scelte del passato alle quali forse vanno in parte imputate le nostre molteplici carenze che non sono soltanto infrastrutturali, ma che purtroppo stanno di fatto notevolmente penalizzando lo sviluppo di diversi settori economici di questa nostra bella Città "che pur essendo stata baciata dalla natura" per la sua particolare collocazione strategica, il suo magnifico Golfo, ed i suoi profondi fondali "non ha sempre saputo sfruttare a dovere queste sue citate straordinarie peculiarità".
Straordinarie peculiarità che qualche secolo fa sono state determinanti per la nascita della Trieste moderna "cresciuta in modo esponenziale sfruttando le più innovative tecnologie del tempo" per poter sopperire alle crescenti esigenze ed essere anche funzionale allo sviluppo delle Economie "di una significativa parte della Piattaforma Continentale Europea" e diventare quindi il fulcro gestionale rappresentativo ed operativo per -
In quest'Area le due grandi Guerre Mondiali hanno si sconvolto la configurazione Geopolitica degli Stati e delle loro Economie, ma la nostra stagnazione demografica ed il progressivo declino sia Portuale che Industriale non penso sia imputabile soltanto a questi due eventi bellici, poiché "le esigenze" sia delle Popolazioni che della Imprenditoria in termini di flussi merceologici relativi agl'interscambi commerciali della citata piattaforma Continentale Europea, sono comunque rimaste tali ed in molti casi nel tempo anche significatamente cresciute.
Ma purtroppo dopo questi due eventi bellici i flussi merceologici che facevano capo al nostro Scalo
I settori economici maggiormente penalizzati si possono identificare in:
Le attività Emporiali.
I Traffici Passeggeri.
I collegamenti gomma / rotaia.
Il Turismo ed i Congressi.
Lo sviluppo della Cantieristica e della Piccola Media Impresa.
Questo Sito è stato realizzato esclusivamente per assecondare una mia convinzione forse anche abbastanza condivisibile "che soltanto analizzando attentamente quelle che potremmo considerare le nostre scelte mancate o errori del passato" saremo probabilmente in grado di trovare lo sprone per far si che in futuro si possano realmente pianificare e poi riuscire anche a cantierizzare quell'insieme d'infrastrutture "che ci consentano di poter sfruttare a dovere le notevoli e variegate opportunità che la strategicità del nostro territorio ed il nostro mare sarebbe in grado di offrire".
Va puntualizzato che le riflessioni espresse non si prefiggono di voler imputare soltanto all'operato degli Amministratori le mancate scelte del passato in quanto molto spesso e loro malgrado hanno dovuto fare i conti con il fatto che il Legislatore negl'ultimi decenni abbia perseguito delle logiche "che poco o nulla avevano a che fare con le esigenze di crescita di un Paese che avrebbe voluto e dovuto ammodernare le proprie infrastrutture“ per consentire al tessuto economico produttivo di essere in grado di mantenere il passo con i suoi più diretti competitori e quindi molte cose che i citati Amministratori avrebbero anche voluto fare "sono rimaste purtroppo nel cassetto ".
Chiaramente per poter ammodernare le nostre infrastrutture dovremmo velocizzare/razionalizzare alcune delle farraginose normative che nel nostro Paese regolano la cantierizzazione delle grandi opere, poiché soltanto in questo modo saremo in grado di ottimizzare "sia i tempi di cantierizzazione che il rapporto costi/benefici" costi che purtroppo saranno comunque rilevanti poiché in alcuni settori strategici la latitanza realizzativa nel nostro Paese è ormai più che trentennale.
Probabilmente se soltanto alcune di quelle che considero le nostre scelte mancate avrebbero trovato concretizzazione, "la nostra ora sarebbe certamente una Trieste molto diversa" diversa per le solide opportunità offerte al tessuto economico imprenditoriale, opportunità che avrebbero certamente stimolato gl'investitori e quindi anche favorito ed incrementato in termini di quantità e sopratutto di qualità l'offerta ed il potenziale del nostro tessuto economico.
Scelte mancate che avrebbero certamente consentito di poter sfruttare a dovere quelle che sono le nostre molteplici e notevoli peculiarità "magnifico Golfo, posizione strategica, fondali molto profondi" ed allo Scalo Triestino di mantenere il passo con l'agguerrita concorrenza.
La nostra Città nell’ultimo trentennio, forse anche inebriata dai facili guadagni generati dai commerci con l’Est "ha smarrito la convinzione" che per noi fosse ancora essenziale poter contare sull’apporto “di quel settore primario” che è stato in passato il principale artefice delle nostre fortune e che molto probabilmente se saremo in grado di gestirlo adeguatamente lo sarà anche in futuro, settore fondato principalmente sullo sviluppo delle molteplici attività legate al mare, siano esse prettamente Emporiali e Logistiche oppure Industriali Alberghiere e Turistiche.
Purtroppo la molto diffusa “citata scarsa convinzione ha spesso prodotto scelte irrazionali” in merito alle azioni d'intraprendere per concretizzare quelli che potevano essere i notevoli ritorni economici per il territorio della Regione F.V.G. che le attività legate al mare sarebbero state in grado di generare, ed ha di fatto condizionato lo sviluppo della nostra Portualità ed anche impedito l'eliminazione di alcuni colli di bottiglia fisici/normativi che attualmente stanno condizionando pesantemente sia la fluidità che le potenzialità dei nostri collegamenti ferroviari.
Due esempi eclatanti della nostra irrazionalità si possono sintetizzare in:
L'oneroso notevole investimento supportato nel recente passato per realizzare il nuovo tracciato della Ferrovia Pontebbana, per far si che i nostri sbocchi al mare sfruttando le notevoli potenzialità del Corridoio Baltico Adriatico possano disporre di un diretto interfacciamento con la Piattaforma Continentale Europea, investimento che purtroppo non ha prodotto i frutti sperati in quanto detto asse ferroviario attualmente risulta notevolmente sottoutilizzato poiché si è trovato di fatto con le ali tarpate, sia per non essere riusciti a rimuovere i citati impedimenti fisici/normativi che per non poter disporre di sbocchi al mare debitamente infrastrutturati.
La mancata realizzazione di alcune opere assolutamente indispensabili per adeguare/modernizzare le ormai vetuste infrastrutture dello Scalo Triestino, non ha di fatto consentito di mantenere il passo nei confronti della Portualità sia Mediterranea che del Nord Europa e poter guardare serenamente al futuro sfruttando sia i nostri profondi fondali che la posizione strategica.
Per uscire dalla stagnazione in cui versano le nostre Imprese, forse sarebbe stato il caso di prendere seriamente in considerazione il volano economico che la portualità e le variegate attività legate al mare sarebbero in grado di generare, volano che non sarebbe chiaramente circoscritto soltanto alle attività portuali propriamente dette, poiché maggiori saranno i volumi delle merci in transito nella nostra Regione e maggiori di conseguenza potrebbero essere le possibilità che qualche Imprenditore Italiano o Straniero consideri opportuno e redditizio sfruttare la strategicità dell’Alto Adriatico e della Regione F.V.G. per incrementare le sue attività siano esse industriali manifatturiere o logistiche, e riportare quindi nuovamente al centro delle nostre azioni/intenzioni il settore primario, unico realmente in grado di creare ricchezza vera che poi chiaramente sarebbe in grado di alimentare e far girare e sviluppare quello secondario ed il terziario.
I settori potenzialmente attinenti all’operazione potrebbero essere la produzione industriale, la trasformazione, la lavorazione, l’assemblaggio, e la distribuzione di una significativa quota delle merci in transito nel Mediterraneo relative ai notevoli volumi dell’interscambio Euro Asiatico, per avvalorare questa mia tesi credo sia sufficiente dare un'occhiata ai grandi Porti del Nord Europa ed alle molteplici redditizie e variegate e attività che sono proliferate nei loro hinterland.
Per poter guardare serenamente al futuro servono chiare strategie di medio/lungo periodo che non siano influenzate dalle solite altalenanti e purtroppo deleterie emotività del momento, sarebbe invece auspicabile che per il bene comune " Politici Amministratori Pianificatori " abbiano il coraggio e la saggezza di saper scegliere, puntando principalmente sullo sviluppo di alcune attività che nel rispetto della vivibilità e sicura fruibilità sia dell'ambiente che della libera navigazione nel nostro Golfo, siano realmente e potenzialmente in grado di sfruttare razionalmente "le nostre particolari peculiarità" per poter quindi generare solide prospettive economiche per gl'Investitori e per le Aziende e nuove opportunità occupazionali per le future generazioni.
In merito alle citate particolari peculiarità, non penso vadano sottovalutate quelle offerte dalle Aree di Porto Franco presenti nel Territorio Triestino, sarebbe auspicabile che ne siano opportunamente ottimizzati e sfruttati gli aspetti di carattere economico/fiscale, contemplando chiaramente anche un loro possibile trasferimento e ampliamento in Aree che siano particolarmente caratterizzate ed appetibili, come quelle "dell'Area Ex Aquila ed Ex Esso" dove ci sono quasi due milioni di metri quadrati di Aree supportate da profondi fondali che arrivano anche fino a 16 m, in attesa di essere disinquinate e quindi finalmente fruibili ed a disposizione delle più svariate tipologie d'Imprenditoria siano esse prettamente Logistiche/Portuali ma anche Manifatturiere per poter supportare alcune particolari esigenze "delle P.M.I. siano esse della Regione F.V.G. che Nazionali/Internazionali" poiché lo sfruttamento "del favorevole Regime di Porto Franco" unitamente alla possibilità di poter direttamente fruire di banchine adeguate per dimensioni e profondità, queste sarebbero certamente un'insieme di condizioni molto interessanti oltre che per il deposito anche per l'eventuale lavorazione e la trasformazione delle merci in transito, andando quindi ad incrementare significatamente il valore aggiunto in termini sia economici che occupazionali generato dall'investimento.
Nb. Chiaramente lo status per le Aree di Porto Franco dovrebbe all'occorrenza essere anche possibilmente sfruttuante per non opprimere od ostacolare ma soltanto favorire sia l'operatività dello Scalo che l'insediamento di nuova Imprenditoria.
Forse tra le nostre scelte mancate va anche annoverata la scarsa convinzione od il mancato coraggio dei nostri Politici ed Amministratori per non aver tentato in passato di eliminare i deleteri sospetti e gelosie al fine di poter riunire le varie anime presenti nel Territorio della Venezia Giulia per cercare di far fronte comune e quindi incrementare sensibilmente il nostro peso e la nostra visibilità sia a livello Regionale / Nazionale / Comunitario / Internazionale e poter quindi nel rispetto dei reciproci interessi e delle variegate vocazioni e potenzialità, sensibilizzare e stimolare Governi ed Investitori per realizzare alcune delle infrastrutture assolutamente indispensabili per far germogliare nuove redditizie e significative attività imprenditoriali.
Comunque penso sia doveroso sottolineare che Trieste deve ringraziare per il suo rilevante sviluppo e le su fortune economiche "principalmente la lungimiranza di Maria Teresa D'Austria che avendole dato nel 1719 la Patente di Porto Franco" ha di fatto consentito che questo modesto Borgo "di 4000 / 5000 abitanti" dediti prevalentemente alla pesca ed ai commerci, diventi anche grazie all'assiduo e fattivo operato degli Asburgo ed in breve tempo il fulcro della Portualità Adriatica, avendo notevolmente ridimensionato il secolare dominio della Serenissima in merito ai Traffici ed ai Commerci tra la Piattaforma Continentale Europea e l'Oriente, a tal proposito credo che guardando questa stampa sia forse molto facile comprendere quali poi siano stati gli eventi che hanno prodotto il significativo ma inarrestabile continuo impoverimento e calo demografico che ha interessato il nostro Territorio "poiché causa le due travagliate vicende belliche del secolo scorso" siamo purtroppo passati da essere un importante crocevia economico commerciale e principale Porto di un vasto Impero ad un'emarginata povera e molto piccola Provincia di confine.
Nb. Va puntualizzato che essendo i contenuti delle varie riflessioni “ in parte volutamente provocatori ” possono chiaramente non essere pienamente condivisibili, ma questo rientra nelle logiche delle cose e quindi il fatto non rappresenta certamente per me un problema, anche perché alcune delle riflessioni sono state scritte diverso tempo fa quando le aspettative ed il contesto economico era notevolmente diverso dall’attuale "poiché eravamo in un periodo di piena crescita" e quindi la necessità sia di ammodernare l'esistente e recuperare le Aree Industriali dismesse che realizzare nuove infrastrutture -