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Mi sembrano assolutamente condivisibili
le ricorrenti affermazioni sulla necessità che un Paese come il nostro
debba assolutamente cercare di diversificare
le fonti d'approvvigionamento energetico,
quindi deve essere presa in considerazione anche l'esigenza
di pianificare la realizzazione di alcuni impianti di rigassificazione,
-
La loro localizzazione non deve essere potenzialmente in grado di creare condizioni di pericolo per le aree urbane circostanti e per il comparto industriale.
Considerate le particolari e notevoli esigenze funzionali del processo di rigassificazione non dovrebbero essere inseriti in siti con n fondali non sufficientemente profondi, o comunque in bacini chiusi con scarso ricambio acqueo per non intaccare l'equilibrio dell'ecosistema.
L'impatto ambientale complessivo dell'opera Rigassificatore / Metanodotto dovrebbe essere contenuto e comunque attestato su valori accettabili per le ricadute economiche ed occupazionali che l'impianto sarebbe in grado di generare sul territorio Provinciale.
Le manovre d'avvicinamento / ormeggio e la posizione del pontile d'attracco non dovrebbero assolutamente condizionare "con limitazioni più o meno temporanee l'operatività dello Scalo" e comunque nemmeno le attività nautiche comprese quelle da diporto.
Sarebbe opportuno che in aggiunta alle doverose verifiche sull'idoneità del progetto, prima di concedere le opportune autorizzazioni per la realizzazione di un impianto di rigassificazione sul Litorale Triestino in prossimità del Canale Navigabile, venisse anche avviato un serio approfondimento in merito a quelle che "attualmente nel mondo" sono le tecnologie più innovative in termini di trasporto e rigassificazione del G.N.L., per non rischiare che il nostro impianto nasca già obsoleto e quindi difficilmente interfacciabile con quelle che saranno le future tendenze del mercato.
Breve carrellata d'immagini per far
comprendere cosa sia un impianto
di rigassificazione G.N.L.
Da questa breve carrellata d’immagini credo emerga chiaramente quanto variegato e complesso sia il tema degl’impianti di rigassificazione e penso che non essendo fabbriche di caramelle siano potenzialmente in grado di creare qualche problema sia per l’ambiente che per quello che vorremmo possa essere il futuro sviluppo della Portualità Triestina e che quindi sarebbe auspicabile un sincero e sereno approfondimento in merito anche coinvolgendo le vicine Repubbliche di Slovenia e Croazia per eventualmente verificare se ci potrebbe essere un interesse comune per realizzare/sfruttare un impianto offshore, doveroso approfondimento anche alla luce di quanto si sta facendo in giro per il mondo ed uno degli esempi più recenti è Rotterdam dove il nuovo impianto sorge in un’area appositamente riconquistata al mare “Maasvlakte” posta all’ingresso dei bacini portuali alla foce del fiume Mosa e ben lontano da aree intensamente abitate e con i pontili orientati verso il mare aperto per consentire una rapida via di fuga alle motonavi gasiere in caso d'incidente.
Ritornando ai
problemi di casa nostra.
Se emergesse chiaramente la necessità di realizzare un Rigassificatore nel Golfo di Trieste per assicurare il nostro approvvigionamento energeticoin, forse non penso che per noi la scelta più opportuna sia il Canale Navigabilee ma credo sia più razionale optare per un impianto Offshore, impianti che possono essere sia fissi realizzati in cemento armato come quello posizionato sul fondale 15 km al largo di Porto Viro in Provincia di Rovigo, oppure galleggianti utilizzando Motonavi F.S.R.U. come quello che molto probabilmente sarà posizionata ed ancorata una decina di km al largo di Livorno.
Questa tipologia d'impianti Offshore è chiaramente molto più sicura, poiché le delicate operazioni di sbarco stoccaggio rigassificazione sono espletate in mezzo al mare e quindi ben lontano da aree intensamente urbanizzate ed abitate, soluzione che penso potremmo tranquillamente adottare anche noi, in quanto non sarà difficile reperire sui Litorali della Regione F.V.G. un Sito idoneo in cui poter collocare un simile impianto.
Nb. Se la nostra scelta dovesse ricadere sul modello di Rovigo, credo che poiché i tempi per realizzare impianti fissi di questo tipo in cemento armato sono chiaramente piuttosto lunghi, sarebbe anche il caso di valutare attentamente la possibilità che nel periodo transitorio "tra la progettazione e la realizzazione dell'impianto " si possa noleggiare un'imbarcazione speciale tipo F.S.R.U.".
Queste imbarcazioni essendo in grado di sbarcare e stoccare ed anche di rigassificare LNG ci consentirebbero in tempi molto brevi di poter alimentare direttamente i nostri metanodotti e quindi in questo modo potremo risolvere "anche se pur temporaneamente" i nostri problemi legati alla necessità di dove diversificare al più presto le nostre fonti d'approvvigionamento energetico.
Se l'opzione Triestina del Rigassificatore da collocare sulla terraferma in prossimità del Canale Navigabile per varie e giustificate motivazioni dovesse tramontare, credo che fatti salvi i doverosi parametri di sicurezza ambientale sarà l'analisi costi/benefici il fattore determinante per indirizzare le nostre future scelte, per individuare il Sito ed il sistema più idoneo per supportare le nostre esigenze.
Le soluzioni Offshore di Rovigo o Livorno sono certamente "più sicure ed economiche ed anche realizzabili in tempi molto più contenuti" e non implicano la realizzazione di lunghi e costosi metanodotti per assicurare il collegamento alle reti Nazionali e sarebbero ugualmente in grado di soddisfare quelle che sono le nostre comprensibili e giustificabili esigenze in fatto di diversificazione delle fonti d'approvvigionamento energetico.
Nell'Alto Adriatico tra i litorali
della Regione F.V.G. e la Penisola Istriana
e precisamente al largo
di Fossalon -
Non penso sia molto difficile reperire un Sito idoneo in cui poter insediare in futuro un impianto fisso Offshore come quello di Rovigo oppure mobile F.S.R.U. come quello di Livorno, a tal proposito forse sarebbe il caso di valutare se la realizzazione di un impianto di rigassificazione Offshore posizionato nell'Alto Adriatico, che potrebbe soddisfare almeno in parte le esigenze energetiche di -
Rimanendo sempre in tema dell’assoluta esigenza di dover diversificare
le nostre fonti d'approvvigionamento energetico,
sarebbe il caso che nel nostro Paese venga debitamente
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del solare -
e delle Centrali Idroelettriche.
Nella Regione F.V.G. sarebbero diverse le opportunità offerte dalla particolare morfologia del territorio per poter incrementare la diversificazione e lo sfruttamento delle fonti di approvigionamento energetico, nelle nostre Montagne penso si potrebbe sia realizzare impianti Eolici che intensificare lo sfruttamento dell'Idroelettrico creando anche delle nuove mini centrali, oppure in pianura realizzare nuovi insediamenti per poter sfruttare sia il Geotermico, che i parchi Fotovoltaici a proposito dei quali uno dei siti ideali penso potrbbe essere anche l'anfiteatro di 60.000 metri quadrati esposti a Sud della Cava Facanoni presente sul Ciglione Carsico Triestino.
Per concludere penso sia comunque anche opportuno che in aggiunta alle doverose verifiche sull'idoneità e sulla sicurezza dei vari progetti presentati relativi alla realizzazione nel Golfo di Trieste in prossimità del Canale Navigabile di un impianto di rigassificazione, prima di concedere le relative autorizzazioni per un impianto di questo tipo e del previsto gasdotto costiero sottomarino (lunghezza 20/30 km) Trieste / Grado per potersi poi collegare alla rete di distribuzione Nazionale in prossimità di Villesse (gasdotto che comunque probabilmente sarebbe fonte di ulteriori vincoli/limitazioni anche per la navigazione), venisse valutata attentamente anche la sua compatibilità con quelli che dovrebbero essere i previsti sviluppi della Portualità Triestina, compatibilità anche in merito ai vincoli e le limitazioni sulla libertà di navigazione in questo ristretto specchio di mare che inevitabilmente andrebbero a condizionare l'operatività delle nuove infrastrutture portuali previste in futuro dal Piano Regolatore Portuale " siano esse un nuovo moderno Terminal Contenitori che potrebbe essere realizzato tra il Molo V e VI, oppure il raddoppio del Molo VII o la costruzione del nuovo Molo VIII al posto della Ferriera di Servola, a queste probabili nuove infrastrutturazioni va anche aggiunto il già pianificato nuovo Hub da porre al servizio delle Autostrade del Mare da realizzare in Area Ex Aquila ".
Chiaramente se per sopperire alle esigenze energetiche del Comparto Industriale della Regione F.V.G., qualche Imprenditore esprimesse l'intenzione di voler realizzare sui nostri Litorali un pontile per lo sbarco del G.N.L. ed un'impianto per poterlo rigassificare e stoccare il tutto ovviamente di modeste dimensioni, sarebbe il caso di valutare attentamente e senza i purtroppo soliti deleteri ed incocludenti pregiudizi sia i rischi che le possibili ricadute economico/occupazionali, poiché le problematiche legate alla navigazione alla sicurezza ed all'impatto ambientale si presume che forse in questo caso sarebbero di modesta entità.