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In tema di Corridoio N° 5 e Corridoio Baltico Adriatico, sembra che prossimamente in sede Comunitaria dovranno essere razionalizzate / rettificate / aggiornate le rispettive priorità di cantierizzazione delle opere relative alle Reti T.E.N., le eventuali modifiche di scelte/investimenti saranno chiaramente finalizzate ad assecondare quelle che sono e saranno in futuro le esigenze Comunitarie, ma dovremmo essere ben coscienti che se non riusciremo a toglierci di dosso quel nostro deleterio e ormai più che decennale complesso di sudditanza nei confronti della Portualità del Nord Europa e se soprattutto non saremo in grado di dimostrare chiaramente con i fatti quanto l'Alto Adriatico possa essere molto importante per acrescere le economie Comunitarie "pianificando/realizzando nuove infrastrutture Portuali" sarà molto difficile che il citato ventilato aggiornamento/potenziamento delle Reti T.E.N. possa incidere positivamente sulle tempistiche di realizzazione delle opere relative alle Reti Ferroviarie che interessano da vicino la Regione F.V.G..
Nb. In merito all'ipotizzabile potenziamento infrastrutturale dello Scalo Triestino, che contempli la realizzazione di un moderno Terminal Container che per dimensini e potenzialità sia realmente in grado di movimentare annualmente non qualche centinaio di migliaia di contenitori ma diversi milioni, bisogna rendersi conto che per smaltire detti quantitativi "gli attuali Tracciati Ferroviari sono insuficienti" e quindi dovrà essere pianificata la realizzazione di un nuovo collegamento Ferroviario che sia in linea "per pendenze/raggi di curvatura" con quelle che sono le attuali esigenze del materiale rotabile, mentre la scelta delle metodologie di cantierizzazione dell'opera "se in galleria per attraversare il costone Carsico oppure tubone costiero sottomarino per collegare direttamente Trieste a Monfalcone" saranno dettate da un'approfondita analisi su costi, difficoltà, tempi di cantierizzazione.
Sembra che alla base dei continui ripetuti rinvii relativi alla costosa realizzazione delle Reti Transeuropee e delle opere correlate che intessano da vicino la nostra Regione, "ci sia in aggiunta alle contestazioni locali anche la diffusa scarsa convinzione da parte di alcuni Paesi" i quali almeno per ora e per varie comprensibili motivazioni non credono ci siano le condizioni minimali per ritenere prioritario, il dover passare dalle ormai più che decennali semplici enunciazioni ai fatti concreti.
Paesi come la Slovenia e l'Austria che si considerano essenzialmente di transito, poiché le Reti T.E.N. "Corridoio N° 5 e Corridoio Baltico Adriatico" non porteranno significativi incrementi alle loro economie e comunque non certamente incrementi tali da indurli ad intaccare i loro bilanci, per far si che sul loro territorio e sopratutto prevalentemente a loro spese possano essere realizzate queste nuove infrastrutture viarie d'interesse Comunitario.
Questa intricata situazione potrebbe sbloccarsi soltanto se venissero rivisti i parametri di partecipazione Comunitaria nella realizzazione di alcuni singoli segmenti del T.E.N., in quanto nei casi in cui l'interesse/necessità della Comunità Europea per realizzare detti segmenti sia di gran lunga superiore a quelle che sono le plausibili modeste necessità/interessi dei singoli Paesi, la Comunità per superare quelle che si possono considerare della giustificate e comprensibili resistenze dovrebbe intervenire aumentando proporzionalmente il suo contributo.
Non facciamoci comunque molte illusioni, poiché se nel nostro Paese vogliamo realmente "razionalizzare il trasporto delle merci" sarebbe il caso di prendere esempio dalla vicina Svizzera, sia contingentando i volumi del traffico pesante in transito "sopratutto quello straniero" che sembra sia la causa principale sia della congestione che dei molteplici gravi incidenti che si registrano sulle nostre Autostrade, che incrementando significatamente lo sfruttamento "del Trasporto delle merci su Rotaia".
Ma per ottenere il menzionato auspicabile risultato i nostri Politici ed Amministratori dovrebbero esser ben coscienti che non sono perseguibili furbesche scorciatoie "ma bisogna avere invece il coraggio di Legiferare per attuare con i fatti e non solo a parole la tanto decantata cura del ferro" mettendo in atto una drastica inversione di tendenza rispetto al passato e quindi investire massicciamente "sul notevole potenziamento sia dei Tracciati Ferroviari che del materiale rotabile" e nel contempo rendere di fatto anti economiche le tratte del trasporto su gomma delle merci per percorsi superiori ai 350/450 km.